Ad sanctificationem populi Dei fovendam, Ecclesia peculiari et filiali christifidelium venerationi commendat Beatam Mariam semper Virginem, Dei Matrem, quam Christus hominum omnium Matrem constituit, atque verum et authenticum promovet cultum aliorum Sanctorum, quorum quidem exemplo christifideles aedificantur et intercessione sustentantur.
Per favorire la santificazione del popolo di Dio, la Chiesa affida alla speciale e filiale venerazione dei fedeli la Beata Maria sempre Vergine, la Madre di Dio, che Cristo costituì Madre di tutti gli uomini, e promuove inoltre il vero e autentico culto degli altri Santi, perché i fedeli siano edificati dal loro esempio e sostenuti dalla loro intercessione.
To foster the sanctification of the people of God, the Church commends to the special and filial reverence of the Christian faithful the Blessed Mary ever Virgin, Mother of God, whom Christ established as the mother of all people, and promotes the true and authentic veneration of the other saints whose example instructs the Christian faithful and whose intercession sustains them.
Con el fin de promover la santificación del pueblo de Dios, la Iglesia recomienda a la peculiar y filial veneración de los fieles la Bienaventurada siempre Virgen María, Madre de Dios, a quien Cristo constituyó Madre de todos los hombres; asimismo promueve el culto verdadero y auténtico de los demás Santos, con cuyo ejemplo se edifican los fieles y con cuya intercesión son protegidos.
cc. 1255, 1276, 1278; MD III; Pius PP. XII, Const. Ap. Munificentissimus Deus, 1 nov. 1950 (AAS 42 [1950] 753-771); Pius PP. XII, Enc. Fulgens corona, 8 sep. 1953 (AAS 45 [1953] 577-592); Pius PP. XII, Enc. Ad Caeli Reginam, 11 oct. 1954 (AAS 46 [1954] 625-640); SC 103, 104, 111; LG 49-69; Paulus VI, Enc. Mense maio, 29 apr. 1965 (AAS 57 [1965] 353-358); Paulus PP. VI, Enc. Christi Matri, 15 sep. 1965 (AAS 58 [1966] 745-749); Paulus PP VI. Adh. Ap. Signum magnum, 13 maii 1967 (AAS 59 [1967] 465-475); Paulus PP. VI, Litt. Ap. Mysterii paschalis, 14 feb. 1969, II (AAS 61 [1969] 224-226); SRC Normae, 21 mar. 1969, cap. II; SCCD Instr. Calendaria particularia, 24 iun. 1970 (AAS 62 [1970] 651-663); SCCD Normae, 19 mar. 1973 (AAS 65 [1973] 276-279); Paulus PP. VI, Adh. Ap. Marialis cultus, 2 feb. 1974 (AAS 66 [1974] 113-168).
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti, 17 dicembre 2001, Città del Vaticano 2002.
Congregatio de causis sanctorum, Instructio. Reliquiae in Ecclesia: fides et conservatio, 8 dicembre 2017, in AAS 110 (2018) 119-129.
Nella parte II del libro IV del Codice, dedicata agli altri atti del culto divino, dopo i canoni sulle esequie e prima di quelli sul voto e il giuramento, il titolo IV dispone in merito al culto dei santi, delle sacre immagini e delle reliquie (cf cann. 1186-1190). Il precedente Codice dedicava all’argomento 14 canoni (libro III De rebus, parte III De cultu divino, titolo XVI De cultu Sanctorum, sacrarum imaginum et reliquiarum, cann. 1276-1289): si assiste dunque ad un processo di semplificazione coerente con i principi guida della revisione codiciale che prevedevano, tra l’altro, il rinvio alle norme liturgiche per quanto riferito allo svolgimento del culto e il rimando al diritto particolare per quanto attinente alle consuetudini locali (cf Communicationes 5 [1973] 42-43). Sicuramente il culto dei santi ha origini antiche nella Chiesa: basterebbe pensare alla devozione con la quale i fedeli custodivano, fin dai tempi delle prime persecuzioni, la memoria e le reliquie dei martiri. Anche il concilio di Trento, a fronte delle perplessità della riforma protestante, ne ribadisce l’utilità spirituale (cf Sessione XXV, De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et de sacris imaginibus).
Come ricorda SC 111 «la Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare». Così, se attraverso la venerazione della vergine Maria e dei santi, la Chiesa proclama le opere meravigliose di Dio nei suoi servi, la testimonianza esemplare della loro vita e la loro intercessione sostiene e incoraggia il cammino di ogni cristiano verso la santità (cf LG 20). «Maria, perché madre santissima di Dio presente ai misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, al di sotto del Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale» (LG 66). Sempre il Concilio ricorda che «questo culto, quale sempre è esistito nella Chiesa sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione reso al Verbo incarnato così come al Padre e allo Spirito Santo […]. Infatti le varie forme di devozione verso la madre di Dio, che la Chiesa ha approvato, […] fanno sì che, mentre è onorata la madre, il Figlio, al quale sono volte tutte le cose […] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti» (LG 66). L’importanza del culto mariano, che nella devozione dei fedeli ha da sempre trovato la più ampia diffusione, è stata ribadita più volte dal magistero: si pensi alle esortazioni apostoliche Signum magnum, 13 maggio 1967 (AAS 59 [1967] 465-475); Marialis cultus, 2 febbraio 1974 (AAS 66 [1974] 113-168); e all’enciclica di Giovanni Paolo II, Redemptoris mater, 25 marzo 1987 (AAS 79 [1987] 361-433). Da notare anche come il culto della vergine Maria venga raccomandato in modo particolare agli alunni dei seminari, ai chierici e ai membri degli istituti di vita consacrata (cf cann. 246 § 3; 276 § 2, 5° e 663 § 4). Nello stesso canone, accanto al culto della vergine, viene promosso il culto vero e autentico degli altri santi e ciò in sintonia con il testo conciliare il quale, riflettendo sulle relazioni tra Chiesa peregrinante e Chiesa celeste, dichiara: «La Chiesa di coloro che camminano sulla terra, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti […]. Che gli apostoli e i martiri di Cristo, i quali con l’effusione del loro sangue diedero la suprema testimonianza della fede e della carità, siano con noi strettamente uniti in Cristo, la Chiesa lo ha sempre creduto; li ha venerati con particolare affetto insieme con la beata vergine Maria e i santi angeli e ha piamente implorato il soccorso della loro intercessione. A questi in breve se ne aggiunsero anche altri, che avevano più da vicino imitata la verginità e la povertà di Cristo e infine altri, il cui singolare esercizio delle virtù cristiane e le grazie insigni di Dio raccomandavano alla pia devozione e imitazione dei fedeli» (LG 50).
S. Boiron, Trente et les images, in «L’Année canonique» 46 (2004) 195-221;
O. Celier, Problèmes posés par la régulation actuelle de la dévotion au Saint-Suaire, ibid., 35 (1993) 97-101;
V. Lanzani, I Patroni, in Notitiae 25 (1988) 226-233;
E. Piacentini, Storia del culto liturgico e popolare. Implicazioni canonico-liturgiche, in «Monitor ecclesiasticus» 124 (1999) 337-349.
Communicationes 5 (1973) 44-45; 9 (1977) 268; 12 (1980) 319-323; 372; 35 (2003) 237-239; 247; 266.