Imagines pretiosae, idest vetustate, arte, aut cultu praestantes, in ecclesiis vel oratoriis fidelium venerationi expositae, si quando reparatione indigeant, numquam restaurentur sine data scripto licentia ab Ordinario; qui, antequam eam concedat, peritos consulat.
Le immagini preziose, ossia insigni per antichità, arte o culto, che sono esposte alla venerazione dei fedeli nelle chiese o negli oratori, qualora necessitino di riparazione, non siano mai restaurate senza la licenza scritta dell’Ordinario; e questi, prima di concederla, consulti dei periti.
If they are in need of repair, precious images, that is, those distinguished by age, art, or veneration, which are exhibited in churches or oratories for the reverence of the faithful are never to be restored without the written permission of the ordinary; he is to consult experts before he grants permission.
Cuando hayan de ser reparadas imágenes expuestas a la veneración de los fieles en iglesias u oratorios, que son preciosas por su antigüedad, por su valor artístico o por el culto que se les tributa, nunca se procederá a su restauración sin licencia del Ordinario dada por escrito; y éste, antes de concederla, debe consultar a personas expertas.
c. 1280; SCpC Litt. circ., 11 apr. 1971 (AAS 63 [1971] 315-317).
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti, 17 dicembre 2001, Città del Vaticano 2002.
Congregatio de causis sanctorum, Instructio. Reliquiae in Ecclesia: fides et conservatio, 8 dicembre 2017, in AAS 110 (2018) 119-129.
Il canone offre alcune indicazioni in merito alle attenzioni di carattere amministrativo che devono essere assunte nel caso si rendesse necessario il restauro di immagini esposte alla venerazione dei fedeli, preziose per antichità, arte e culto. Il riferimento è a tutte le immagini sacre si tratti di affreschi o statue o opere d’altro genere, che sono collocate in una chiesa (cf can. 1214) o in un oratorio (cf can. 1223) e che sono preziose non solo dal punto di vista storico e artistico (cf can. 1292 § 2), ma anche per la venerazione che i fedeli vi attribuiscono. Per il loro restauro è necessaria la licenza scritta dell’ordinario (cf can. 134 § 1), il quale, prima di concederla, dovrà consultare degli esperti, nonché gli eventuali organismi previsti dal diritto particolare, per esempio la commissione diocesana di arte sacra e/o liturgica (cf SC 45-46 e 126). In Italia la legislazione civile vigente richiede, per il restauro di beni culturali, anche il benestare della soprintendenza competente.
S. Boiron, Trente et les images, in «L’Année canonique» 46 (2004) 195-221;
M. Calvi, Commento a un canone. Il restauro delle immagini preziose: c. 1189, in QDE 6 (1993) 170-176;
O. Celier, Problèmes posés par la régulation actuelle de la dévotion au Saint-Suaire, in «L’Année canonique» 35 (1993) 97-101;
V. Lanzani, I Patroni, in Notitiae 25 (1988) 226-233;
E. Piacentini, Storia del culto liturgico e popolare. Implicazioni canonico-liturgiche, in «Monitor ecclesiasticus» 124 (1999) 337-349.
Communicationes 5 (1973) 44-45; 9 (1977) 268; 12 (1980) 319-323; 373; 35 (2003) 237-239; 247; 266.